Bulimia come guarire

Bulimia come guarire: una storia vera

bulimia-come-guarire

Bulimia come guarire? Questa è una storia vera e riguarda una ragazza che ho seguito in psicoterapia per bulimia. Le parole sono di G. che per motivi di privacy non si firma.

'Sono qui per condividere la mia storia di bulimia e di come sono riuscita a guarire.

Sono primogenita e ho due fratelli maschi.

Sono sempre stata timida. Mi ricordo che fin dalle elementari facevo fatica a stare con persone della mia età. Con mio padre non ho mai avuto un rapporto sebbene vivesse in casa. Nella mia famiglia c’era l’idea che dei figli si dovesse occupare la mamma. Infatti, la persona più cara è sempre stata mia madre. 

In seconda superiore, in seguito ad un banale litigio, mi sono allontanata dalla mia amica preferita e da quel momento mi sono rinchiusa sempre più in me stessa. Fu così che attraverso una chat conobbi qualche ragazzo con cui mi scrivevo. Almeno non mi sentivo sola. Ho frequentato uno di questi a 16 anni e ho avuto il mio primo rapporto sessuale. Mi sono sentita usata da lui perché non mi sentivo amata come avrei voluto.

A 17 anni ho cominciato una dieta dopo la fine di una storia con un ragazzo di 6 anni più grande. Lo vedevo sempre più disinteressato e pensavo che fosse per il mio aspetto fisico: pensavo di essere troppo grassa. Al tempo pesavo 48 kg per 165 cm di altezza.

La mia scarsa autostima e i problemi con l’immagine corporea mi rendevano sola  e isolata.   Nel giro di 6 mesi persi 8 Kg e mi ricordo che oltre a mangiare poco andavo in palestra 5 giorni su 7. Si bloccarono le mestruazioni e per questo andai da un endocrinologo che mi prescrisse degli ormoni. Poiché mi sembrava di ingrassare interruppi la cura.

Pensavo sempre al cibo e a come fare per perdere peso. Accadde però un giorno che persi il controllo e cominciai ad abbuffarmi. Mi ricordo che avevo mangiato delle fette biscottate con la marmellata. Oggi penso niente di che ma allora fui colta da tremendi sensi di colpa e caddi nella disperazione più totale.

Allora cominciai a pensare come riparare al danno e presi dei lassativi. Da quel giorno le abbuffate mi fecero compagnia e in poco tempo arrivai ad abbuffarmi 6-7 volte al giorno. Cominciai a vomitare perché l’attività fisica e i lassativi non mi bastavano. Tentai varie volte mettendomi le dita in gola e alla fine ci riuscii. Purtroppo.

Mi ricordo che quando avevo finito gli ultimi bocconi che avevo divorato mi recavo di corsa nel bagno della taverna dove vomitavo e mi lavavo i denti. Poi ritornavo in cucina e ricominciavo a mangiare.

Con la bulimia presi 7-8 kg nel giro di poco tempo. 

Ero disperata. Non riuscivo a non abbuffarmi. Tra un abbuffata e l’altra non mangiavo, saltavo i pasti e questo mi rendeva vulnerabile all’abbuffata successiva. 

Mi ricordo quando andavo al supermercato a comprarmi da mangiare e poi nascondevo le cose nell’armadio della mia camera.

Mi ricordo quando ho fatto un incidente perché stavo mangiando un vassoio di pizzette. Mi vergognavo di più per le pizzette volate sui sedili che per i danni alla macchina. Anche perché ero neo-patentata.

Di notte cercavo di stare sveglia per consumare calorie. Ballavo, facevo ginnastica e stavo seduta sul letto. Adesso che ci ripenso non so come ho fatto a finire il liceo. 

All'inizio dell'università ho iniziato la psicoterapia.

Mi ricordo che ero spaventata e molto diffidente. Temevo di non essere capita, di essere giudicata. Mi sembrava che il mio non fosse un vero problema. Le persone mi dicevano hai tutto come mai stai male? Non riuscivo quasi neanche ad andare a lezione. Di certo avevo smesso di uscire con amici o conoscenti.

Non mangiavo mai in presenza dei miei familiari. I miei fratelli mi prendevano in giro per le mie fisse alimentari. La bulimia era il mio segreto. Ero anche molto bugiarda e fingevo che tutto andasse bene. Uscivo solo per andare in palestra tutti i giorni.

Mi sentivo completamente in balia del cibo. Se non ce l’avevo o non potevo vomitare mi veniva l’ansia. 

Alcune volte il mio cuore tremava e il dolore al petto mi buttava a terra. Avevo un severo squilibrio elettrolitico per la disidratazione.

A partire da questo momento diventò sempre più difficile nascondere la bulimia. Pensavo che non sai mai guarita. 

Ma come guarire dalla bulimia?

La strada per la guarigione è stata costellata da alti e bassi, momenti di disperazione, di rabbia e di frustrazione.

Non è scattato un clic dentro di me, mi ci sono voluti diversi mesi di terapia prima di godermi una giornata senza abbuffate e vomito.

Dopo circa un anno non avevo più questi sintomi.

Quando ho iniziato il secondo anno di università mi sentivo leggera. Il fatto di non trascorrere così tanto tempo a correre dietro al cibo e al vomito mi apriva tante possibilità. Sentivo che ricominciavo a vivere. 

Vedevo che c’erano delle opportunità anche per me. Mentre prima vedevo tutto nero,mi sentivo indegna, di non meritare l'amore di qualcuno o di potermi realizzare. 

Quali sono le cose che mi hanno aiutato di più a guarire dalla bulimia?

Per quanto riguarda il cibo mi è servito moltissimo seguire uno schema alimentare e non saltare mai i pasti.

Lo schema prevedeva delle porzioni e non dei grammi. Tipo un primo, contorno e frutta. Tutto sempre condito. Ho capito che la fregatura più grossa era saltare i pasti o cercare di farli leggeri, non conditi, con piccole quantità di cibo. 

Poi ho capito che il vomito non eliminava tutto quello che mangiavo e, quindi, quello sforzo immane mi portava dei grossi guai: ero gonfia, avevo mal di stomaco e mi stavo rovinando i denti. 

Per quanto riguarda la testa ho capito che il mio problema più grosso era nelle relazioni con gli altri. Mi sentivo sempre inadeguata, mi vergognavo, pensavo di essere brutta e che mai nessuno avrebbe gradito la mia compagnia e mi avrebbe amato. Questo mi portava ad isolarmi o a buttarmi via nei rapporti con i ragazzi. Pur di avere qualcuno vicino accettavo umiliazioni e briciole di affetto.

Pian piano ho accettato qualche invito dei compagni di università ed ho iniziato a ballare. Non dico che questa sia la soluzione per tutti ma credo sia stato importante fare qualcosa che mi facesse stare bene. Ho imparato a dire di no senza chiudermi, ad esprimere quello di cui avevo bisogno e a cercare un compromesso con chi avevo di  fronte.

Certo la strada è stata lunga e impegnativa ma adesso mi sento una persona diversa. Sento che merito di essere amata'.

Scrivi commento

Commenti: 0